Con l’arrivo dell’autunno, le ore di luce si riducono e molte piante si preparano a dormire. Eppure, alcune specie non smettono di regalarci esplosioni di colore. Tra queste – e lo si nota subito – il crisantemo spicca per la sua capacità di resistere alle prime gelate e per i suoi fiori vivaci. Da noi, in Italia, il rapporto con questo fiore è particolare: spesso viene associato soltanto a eventi commemorativi. Questo limite ne riduce la presenza e il riconoscimento anche come decorazione stagionale. In città, chi frequenta parchi o giardini avrà notato come i crisantemi portino sempre un tocco di allegria, mantenendo il loro colore vivo quando il resto del verde urbano sembra spegnersi.
Il nome stesso del crisantemo viene dal greco e significa “fiore d’oro”: un chiaro segno di un passato ricco di simbolismi diversi a seconda delle culture. In Asia orientale, ad esempio, rappresenta gioia e dignità. La famiglia dei crisantemi è vasta: più di 200 specie diverse, che spaziano da piante erbacee a forme più legnose, capaci di adattarsi a tanti ambienti. Qui da noi si trovano specie spontanee e numerosi ibridi, nati dall’incrocio di due varietà principali. Eppure, tra tutte le sfumature che possono assumere – tutte tranne il blu – la gamma cromatica è ampia e sorprendente. L’effetto del crisantemo è particolarmente apprezzabile proprio in autunno, quando il mondo naturale si fa meno definito e colorato: ecco che quei fiori, quasi fossero segnalibri viventi, emergono ben chiari, con una preziosa intensità.
Terreno, concimazione e irrigazione per risultati migliori
La riuscita nella coltivazione del crisantemo passa – e qui non si scappa – dalla qualità del terreno. La pianta preferisce suoli ben drenati, che possono essere argillosi o calcarei, con pH diverso, purché non troppo estremo. Un terreno che trattiene acqua, infatti, favorisce problemi alle radici e il diffondersi di malattie fungine: un vero incubo per chi si dedica a questi fiori. Per chi coltiva, dunque, è uno dei punti più delicati: serve un’area arieggiata, ben sistemata per far defluire l’acqua. Senza questo, difficilmente i crisantemi staranno bene.
Queste piante sono robuste, dotate di steli che reggono infiorescenze vistose e pesanti. Necessitano così di un apporto regolare e bilanciato di nutrienti. La concimazione, quindi, va fatta con moderazione ma più volte durante la stagione vegetativa, per mantenere il colore e la forma dei fiori. C’è da capire bene quando e quanto somministrare: troppa o poca sostanza può compromettere la crescita, e la pianta ne risente, diventando meno vigorosa o troppo esile.
Non meno importante è l’irrigazione uniforme. Durante l’estate e le fasi iniziali della crescita, è consigliato irrigare a pioggia, così da imitare la natura e pulire anche le foglie. Ma occorre fare attenzione a non saturare il terreno. Quando la pianta è più sviluppata, invece, meglio innaffiare direttamente alla base, così si riducono rischi di malattie e si allunga la vita delle fioriture. E non è finita: nel periodo freddo i crisantemi tengono duro – con la loro luce – anche in condizioni che altre piante mal tollerano. Forse è per questo che sono così amati, non solo per bellezza ma anche per resistenza.

Come curare, moltiplicare e difendere i crisantemi
Una delle pratiche più importanti per avere crisantemi in salute è il trapianto, da fare in un terreno fertile e ben lavorato, per far sviluppare bene le radici. Tra maggio e giugno, durante la crescita, si utilizza la cimatura: tagliare gli steli principali poco sopra la prima coppia di foglie aiuta la pianta a crescere cespugliosa e a fiorire più densa. Quando l’ambiente è esposto al vento, i sostegni – spesso semplici canne di bambù – prevengono rotture o piegamenti indesiderati. Un piccolo accorgimento che conta, se la pianta deve affrontare gli agenti atmosferici.
Per moltiplicare il crisantemo si possono usare due tecniche: dividere i cespi o fare talee. Le talee sono pezzi prelevati dai rami più esterni, puliti e trattati con radicanti naturali per stimolare le radici. Tenere il tutto a temperatura moderata e umidità controllata: in due-tre settimane cominciano a mettere radici. Un metodo molto usato, soprattutto da chi vuole ottenere piante identiche alla “madre”, per mantenere certe varietà pregiate senza sorprese.
Ma non mancano le sfide. Tra le malattie fungine, la septoriosi è una delle peggiori, perché danneggia foglie e fusti. Poi ci sono insetti come la liriomiza, un piccolissimo scava-tunnel che attacca le foglie e indebolisce la pianta, diminuendo i fiori. Quando si vede un primo segnale di attacco, bisogna intervenire con prodotti specifici – meglio se poco invasivi per l’ambiente – per non far degenerare la situazione durante la crescita. Soprattutto in città, dove aria e clima possono favorire la diffusione di parassiti, questa attenzione non può mancare. E tutto questo serve se si vuole arrivare al freddo senza problemi.
Chi vuole usare i crisantemi come fiori recisi può fare qualche piccolo trucco per far durare di più i mazzi. Il taglio degli steli, fatto a 45 gradi, aiuta l’assorbimento dell’acqua. Immergerli in acqua fresca arricchita con qualche goccia di candeggina e nutrienti mantiene la freschezza più a lungo. Inoltre, i vasi vanno tenuti in posti freschi, lontano da fonti di calore diretto: un dettaglio non da poco che rallenta l’appassimento precoce. Insomma, segreti di appassionati che vogliono prolungare il calore e i colori dell’autunno anche dentro casa.